Psicoterapia sensomotoria
La psicoterapia sensomotoria è nata negli anni ’80 negli Stati Uniti, dal crogiolo pratico e teorico dello Hakomi Method di Ron Kurtz, la cui attenzione è prevalentemente focalizzata sul corpo.
In seguito, la psicoterapia sensomotoria si è evoluta integrando componenti della psicoterapia psicodinamica, della terapia cognitivo comportamentale, delle più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze, della teoria dell’attaccamento e della teoria della dissociazione strutturale.
Oggi la psicoterapia sensomotoria è al contempo un cardine rilevante della psicotraumatologia e un approccio psicoterapeutico autonomo, in grado di affrontare una vasta gamma di disagi psicologici.
Il focus della psicoterapia sensomotoria è posto sull’acquisizione di una dettagliata consapevolezza del proprio corpo e dei propri movimenti, sia quelli già in essere, sia quelli ancora sotto forma di impulso non soddisfatto.
Il fine della psicoterapia sensomotoria è quello di scoprire e realizzare quelle azioni fisiche che, di per sé, favoriscono la risoluzione di un trauma psicologico ancora attivo, facilitano la costruzione o l’affinamento di un ben provvisto paniere di risorse psicologiche, e sostengono lo sviluppo di una adeguata autostima.
Dal punto di vista della psicoterapia sensomotoria, qualsiasi esperienza è composta da cinque elementi, chiamati organizzatori centrali dell’esperienza:
– Impulsi al movimento.
– Sensazioni inviate dai cinque sensi.
– Emozioni.
– Pensieri.
Nel corso di una psicoterapia sensomotoria il paziente viene invitato a studiare in modo accurato (“mindful“) la natura della sua esperienza nel momento attuale. Si scopre così come alcuni degli elementi costituenti l’esperienza presente, in particolare le sensazioni fisiche e i movimenti (compresa la postura), influenzino attivamente gli stati emotivi, i pensieri e le parole (ciò su cui si limitano a soffermarsi, invece, molti altri approcci psicoterapeutici).
La psicoterapia sensomotoria privilegia l’elaborazione Bottom Up (corpo-emozioni-pensiero) rispetto alla elaborazione Top Down (pensiero-emozioni-corpo).
In questo quadro la psicoterapia sensomotoria invita il paziente a richiamare alla mente l’oggetto del disagio studiando in modo “mindful” i cambiamenti che si verificano dentro di lui a livello dei cinque organizzatori centrali dell’esperienza.
Attraverso la consapevolezza e l’uso del corpo, la psicoterapia sensomotoria conduce il paziente a scoprire fino a che punto una grande quantità di risposte fisiche appartenenti al suo passato siano ancora attive nel suo inconsapevole presente.
La psicoterapia sensomotoria promuove quindi l’emersione dell’energia psichica disturbante (inglese: arousal) ancora fisicamente immagazzinata nel corpo del paziente, in modo che essa possa completare il suo ciclo e consumarsi del tutto.
Il terapeuta di psicoterapia sensomotoria incoraggia infine lo studio delle risposte di difesa incomplete generate nel passato dagli eventi disturbanti. I “gesti” incompiuti insiti in queste risposte fisiche incomplete (ciò che sta alla base di quello che che Freud chiamava “coazione a ripetere”) potranno così essere finalmente essere portati a termine in modo adeguato, e questo consentirà una elaborazione fisica dell’evento (Bottom Up) in grado di portare a una trasformazione “globale” e di favorire la successiva integrazione nella vita quotidiana del risultato ottenuto.