Attaccamento
L’essere umano, incapace di sopravvivere senza aiuto per moltissimi anni dopo la nascita, ha sviluppato una serie di potenti meccanismi psicologici in grado di legare in modo unico il bimbo all’adulto che si occupa di lui (figura di attaccamento).
Gli studi sull’attaccamento indagano l’origine, la natura di questi meccanismi, e l’influenza che essi hanno sull’intero corso della vita di relazione dell’individuo.
I meccanismi psicologici che danno vita ai comportamenti di attaccamento sono infatti così basilari che non scompaiono con il raggiungere dell’età dell’autosufficienza.
Al contrario, entrano a far parte della psiche dell’individuo e continuano ad agire per tutta la sua vita condizionando non solo la qualità delle sue relazioni sociali ma anche la sua comprensione di sé (autostima) e del mondo (senso di realtà).
La parte più istintiva del sistema di attaccamento spinge il bimbo verso il contatto fisico con la figura del genitore (protezione dai predatori) e gli fornisce quel concetto di “base sicura” senza il quale l’individuo non diventa capace di esplorare il mondo (imparare) in modo efficace.
Dal buon funzionamento del sistema di attaccamento dipende tuttavia anche la formazione dei cosiddetti processi di mentalizzazione dell’individuo, ossia della sua capacità di comprendere l’esistenza di stati mentali, di attribuirli a sé e agli altri, e di agire in conseguenza (funzioni metacognitive).
I comportamenti di attaccamento nella vita adulta dipendono in gran parte da come si è sviluppato il legame di attaccamento nei primi 3 anni di vita.
Essendo il sistema di attaccamento una forma di relazione, la sua riuscita dipende dalle azioni di entrambe le parti coinvolte. E, se il bimbo agisce per istinto (il suo comportamento all’interno della relazione è poco soggetto a variazioni), l’adulto agisce in base a una infinità di variabili che dipendono tanto dalla propria formazione quanto dall’ambiente e dalle circostanze in cui si trova ad agire.
In base a come si comporta l’adulto di riferimento durante l’epoca dell’attaccamento, si formano dunque i vari stili di attaccamento della persona:
– attaccamento insicuro ambivalente (in seguito a ripetuti episodi di rifiuto, si acquisisce un senso di sfiducia nella figura di attaccamento che genera incertezza su ciò che si può ottenere in una relazione significativa. Da qui, un costante bisogno di rassicurazioni e una considerevole difficoltà a sentirsi tranquilli e soddisfatti all’interno di una relazione)
– attaccamento insicuro evitante (il costante atteggiamento di rifiuto da parte della figura di attaccamento provoca una sorta di rinuncia al suo sostegno, da cui deriva un precoce e irrealistico atteggiamento di autonomia, così come una tendenza al distacco emotivo e a stringere relazioni superficiali)
– attaccamento disorganizzato (un comportamento della figura di attaccamento contraddittorio, paradossale, a volte vissuto come imprevedibilmente pericoloso, genera un intensissimo senso di insicurezza nella relazione, che si manifesta con comportamenti contradditori e apparentemente assurdi, e risulta nell’incapacità di gestire le relazioni con persone significative).
I comportamenti di attaccamento si manifestano durante l’intero corso della vita ma, naturalmente, nel corso della vita non tutte le relazioni sociali sono relazioni di attaccamento.
Ciò che distingue una relazione di attaccamento da una relazione di altro genere è l’insieme di quattro caratteristiche: la ricerca e il mantenimentodella vicinanza fisica, l’angoscia di separazione dalla figura di attaccamento, e l’uso della figura di attaccamento come base sicura.
L’evoluzione da uno stile di attaccamento disfunzionale a uno stile di attaccamento funzionale può essere realizzata, ma comporta un percorso terapeutico complesso che richiede notevoli pazienza e impegno.