Dissociazione

Con il termine dissociazione ci si riferisce spesso a entità psicologiche differenti.

Sebbene la nascita del moderno concetto di dissociazione risalga a Pierre Janet, alla fine del diciannovesimo secolo, per lungo tempo la capacità della mente di attuare una dissociazione è stata confinata alle psicosi o a una limitata serie di meccanismi difensivi.

Oggi, invece, per dissociazione si intende soltanto una mancanza di connessione tra vari processi mentali (stati della mente) fra i quali a volte vi è quello comunemente chiamato consapevolezza.
Il termine dissociazione indica dunque oggi una vasta gamma di condizioni mentali che va dalla semplice amnesia difensiva fino all’assai più complesso DDI (Disturbo Dissociativo di Identità), che una volta veniva chiamato “Personalità Multipla“.

Il moderno concetto di dissociazione non andrebbe usato senza associarvi quello di trauma psicologico, inteso etimologicamente come “ferita” della mente.
Ogni genere di dissociazione è causato infatti da un evento traumatico che genera una carica emotiva così intensa da far venire meno la capacità dell’individuo di farvi fronte (inglese: coping).

Una ridotta capacità di far fronte comporta una ridotta capacità di integrare, ossia di collegare tra loro e con il resto della mente, i vari elementi che compongono normalmente il ricordo di una esperienza (sensazioni fisiche interne, impulsi al movimento, segnali dai 5 sensi, emozioni e pensieri) dando al tutto un senso compiuto. Ed ecco la dissociazione.

Fisicamente, una dissociazione si concretizza nell’esistenza di reti neurali non ben connesse tra loro (o addirittura isolate).
Dal punto di vista di un osservatore esterno, la dissociazione può apparire come uno stato della mente (p. es. un ricordo, uno stato di coscienza o un puro stato emotivo) che prende il sopravvento sul resto. O che dal resto è tagliato fuori.

La dissociazione non va però concepita come elemento assolutamente negativo. Prima di tutto perché la mente agisce sempre in modo settorializzato, e la dissociazione non è altro che un eccesso di questo normale meccanismo di funzionamento.
In secondo luogo perché quando la mente produce una dissociazione, è sempre perché quello è il miglior modo di agire in proprio favore che riesce a ideare “in quel” particolare momento.
In terzo luogo perché, se è vero che già Jung nel 1903 aveva osservato che le emozioni hanno effetto dissociativo, è pure vero che già allora si sapeva che possono avere anche un effetto integrativo. E infatti, la stessa dissociazione può essere usata come strumento, in psicoterapia, per raggiungere quella integrazione che è mancata al momento in cui la dissociazione si è prodotta.

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