Malessere psicologico senza diagnosi (o con troppe diagnosi)
Spesso in psicoterapia arrivano pazienti che riferiscono di stare male ma non sono in grado di spiegare con precisione in che maniera soffrono: i sintomi che presentano sono vaghi o cambiano da un giorno all’altro senza apparente motivo.
In altre occasioni, arrivano pazienti che raccontano di avere seguito numerose altre psicoterapie presso vari professionisti, tutte più o meno infruttuose.
Entrambe queste circostanze devono far pensare che, sottostante ai sintomi, esista un problema (spesso di origine traumatica e spesso non ricordato) di cui i sintomi lamentati non sono che la manifestazione.
È, questo, uno dei territori più avanzati della psicotraumatologia che, in questo ambito, tratta entità psicopatologiche la cui conoscenza è poco diffusa, come le manifestazioni fuori o sottosoglia (diagnostica) del PTSD, oppure entità psicopatologiche la cui esistenza è ben conosciuta ma non ancora inserita nei più importanti manuali diagnostici, come il cosiddetto PTSD complesso.
NOTA:
Le categorie diagnostiche della psicoterapia sono ancora in evoluzione e spesso, oggi, i sintomi dei malesseri psicologici vengono scambiati per la loro causa.
Perciò il diagnosta parla di ansia, di depressione, di dissociazione, di disturbi psicosomatici o di conversione ecc. come se fossero il problema psicologico stesso. E, invece, sono solo i sintomi, ovvero la manifestazione, di un problema sottostante.
Si tratta di un approccio concettualmente opinabile che, tuttavia, è spesso funzionale a una (almeno parziale) riduzione del disturbo. Questo è il motivo per cui viene ancora utilizzato.
In altre occasioni, però, trattare il sintomo del problema come se fosse il problema stesso non dà sufficiente sollievo.
Ed ecco come nascono le odissee psicoterapeutiche di certi pazienti, fatte di sempre nuovi terapeuti e di sempre insoddisfatte speranze.