Timidezza
Non esiste una definizione ufficiale di timidezza ma quando si usa questo termine si intende un insieme di nervosismo e di preoccupazione che si manifesta nel contesto delle relazioni interpersonali.
La timidezza può manifestarsi con diverse intensità provocando una gamma di conseguenze che va dalla assai comune ritrosia nelle situazioni di esposizione, fino a dei comportamenti di evitamento, inibizione e isolamento in grado di condizionare gravemente lo svolgersi della vita quotidiana.
La timidezza è legata all’osservazione da parte degli “altri” (esposizione al giudizio) ed è influenzata dal livello della propria autostima.
L’autostima, a sua volta, è influenzata dalla timidezza, perciò capita spesso che si generi un circolo vizioso per cui una bassa autostima causa timidezza, la quale va ad alimentare la bassa autostima e così via, fino a che la semplice timidezza non si trasforma in un disturbo più serio come la fobia sociale.
La psicoterapia per una timidezza eccessiva riposa sulla solidificazione o sulla costruzione di una autostima adeguata, lavoro terapeutico che richiede un “viaggio” nella memoria, all’epoca in cui abbiamo imparato a valutarci in modo errato (vedi “attaccamento“).